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Daniela Balsamo
"Autoritratto" 2008
120x90 cm
Carta personale, diari, lettere, pigmenti,
colla vinilica su tavola |
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Daniela Balsamo
"Srn" 2008
140x150 cm
Carta personale, diari, lettere, pigmenti,
colla vinilica su tavola |
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Daniela Balsamo
"Crstn" 2008
150x100 cm
Carta personale, diari, lettere,
pigmenti,
colla vinilica su tavola
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Non è tutta carta quel che si vede
Un mondo di carta, ma poi non
tanto. Daniela
Balsamo parla dei frammenti di
carta che
compongono le sue opere come
fossero parti
attive di un dialogo. Non frammenti
di carta
qualsiasi, ma pagine di diario,
di libri
appartenuti o legati ai soggetti
ritratti,
che tutti insieme, ognuno con
una gradazione
diversa di colore, formano una
figura seduta,
una che parla o una che ascolta.
Le sue opere
risentono dei suoi soggiorni
a Firenze, dove
studia al Polomoda, e dell'aria
di New York,
dove frequenta il Fashion Institute
of Technology;
molto del suo modo di comunicare
e del suo
personale linguaggio, filtrato
attraverso
la carta, è derivato dal mondo
del teatro
dove ha collaborato con registi
come Peter
Greenaway e Bob Wilson.
Sarà stata la carta dei fondali
mischiata
alle luci sfavillanti del mondo
della moda,
dove ha lavorato come fashion
stylist e illustratrice,
o forse la causalità di toccare
e manipolare
la carta, ma di certo le sue
opere sono il
frutto di un intelligente pensiero,
misto
a colore e forza: "i miei
ritratti,
dice l'autrice, si compongono
di frammenti
scritti del vissuto (fogli di
diario, lettere,
appunti sparsi, sogni). Frammenti
della vita
di ciascuno che manipolo, dipingo,
e trasformo
in carne e sangue. Io racconto
le persone
attraverso qualcosa che appartiene
loro intimamente".
La materia delle opere non muta
la sua natura,
assolve una volta di più la sua
funzione:
accogliere una storia che diviene
segno figurativo
di un volto, di un occhio che
ha visto o
di una mano che ha scritto o
sfogliato quei
libri o quei fogli, che adesso
si fanno sfondo,
giacca, pantalone, braccio, ciglio
o sopraciglio.
Tutto sembra essere alla portata
della carta,
uno strumento così conosciuto
e comune che
mostra di essere uno strumento
multiuso a
supporto del quotidiano e dello
straordinario.
Un mezzo in grado di accogliere
pensieri
provenienti da istanti differenti
e restituire
unità.
La carta, invenzione preziosa
che viene da
lontano, raccolta, colorata,
strappata, si
adagia sul disegno preparatorio,
per raccontare
i gesti del mattino, i momenti
di pausa e
i segni della seduzione. Ed anche
la scienza,
accolta in tanti libri e tante
lingue, trova,
in queste opere, ulteriore spazio
di presenza.
Daniela Balsamo la raffigura
come un nastro
rosso che con il suo percorso
irregolare,
metafora della ricerca, attraversa
da una
parte all'altra lo spazio temporale
che si
è fatto tela di libri e formule
matematiche
abbozzate o definite su fogli
per appunti.
Di Andrea Lombardo
"tratto da www.ArsLife.com"
Collage di ritratti, ma non solo.
Infatti a prendere vita nelle composizioni
di Daniela Balsamo sono anche degli oggetti-soggetti
come sedie, scarpe, nastri: simboli che lasciano
spazio alla libera interpretazione e che
vengono così investiti da emozioni soggettive.
Stralci di diari, pensieri scritti e lettere
private delle persone raffigurate vengono
dunque affidate alla manualità dell’artista
che poi amalgama il tutto su una tela facendo
comunque rimanere visibili le parole, che
si trasformano così in volti, abiti e oggetti.
Non colpi di pennello quindi, ma parole e
disegni, per creare un filo conduttore tra
la visione e l’anima della persona ritratta
che in questo modo può parlare con lo spettatore,
prendendo vita attraverso le parole che sono
il punto di partenza di ogni sua opera.
«La ricerca artistica che ho
sempre portato
avanti in modo molto personale
è legata alla
carta, mio supporto ideale che
da anni ormai
mi accompagna- dice l’artista-.
Ho iniziato
a manipolarla per creare delle
decorazioni
poi ho sentito il desiderio di
dare un senso
a questa: è così che iniziato
a chiedere
pagine dei diari personali ed
appunti privati.
Diventando sguardo e corpo dei
personaggi
ritratti ora la carta ha una
valenza quasi
magica per me».
Tratto da Spazio all’Arte: i
collage di Daniela
Balsamo
di IRENE LEONARDI
Daniela Balsamo
Appunti di un taccuino strappato
di Francesco M. Scorsone
Parole per parlare, per scrivere,
per sussurrare
frasi d’amore, per fare comizi;
scritte a
macchina o a mano, parole al
“vento”, parole
che esprimono promesse, parole
mai mantenute,
bestemmie, parole di cordoglio,
parole di
orgoglio, discorsi persi e così
via fino
all’intero scibile possibile
delle parole.
Parole: s.f. pl.; (dal latino
parabola) insieme
organico di suoni o di segni
grafici con
cui l’uomo riesce, parlando o
scrivendo a
comunicare dei contenuti mentali.
Ecco era
questo l’anello mancante per
capire il messaggio
cifrato di Daniela Balsamo. “Comunicare
contenuti
mentali” perché niente è affidato
alla casualità
nella realizzazione del suo speciale
patchwork.
I tasselli, le “pezze”, in questo
caso le
carte, usate per le sue composizioni
sono
componimenti: versi, frasi, lettere,
tratti
da quaderni infantili o dalla
propria giovanile
antologia, raramente troviamo
pezzi di quotidianità
e se mai ci sono, sono stati
volutamente
mimetizzati.
Questo modo di comunicare emozioni,
sentimenti,
conoscenza, passando attraverso
i propri
autoritratti o ritratti di amici,
giovani
come lei, ne fa un’artista dalle
coloriture
sensibili e certamente non scontate,
perché
al di là di ogni possibile rappresentazione
- la più accattivante che possiamo
trovare
in mostra - ciò che conta sono
i contenuti,
le parole scelte, i versi, i
brani e in ogni
caso ciò che ha o non ha ritenuto
opportuno
evidenziare.
L’artista, pur ripercorrendo la strada del
papiers collés, la cui diffusione si deve
al cosiddetto “cubismo sintetico” e dai cui
massimi esponenti, Picasso e Braque (ai quali
aggiungerei lo spagnolo Juan Gris) non solo
non sembra apparire soggiogata anzi, al contrario,
usa il senso del papiers collés arricchendolo
con quello che le è proprio, la pittura,
che sapientemente accompagna “modellando”
la carta.
Daniela Balsamo nei suoi ultimi
lavori ha
scelto l’uomo le cui “sagome”
mute parlano
attraverso ciò che l’artista
ha ritenuto
più opportuno fargli “dire”.
Scopriamo un
vocabolario infinito di parole
mai dette
ma che sono presenti in Gnfr
sulla sedia
rossa assorto com’è a riflettere
sul valore,
sull’essenza della vita o in
Moto circolare
uniforme rosso alla cui giacca
è applicato
uno strano interrogativo: Then
someone falls
in love and someone ... . Perché
è vero,
quando qualcuno si innamora non
è detto che
la persona di cui si innamora
ricambi il
suo amore. Ma questa è solo una
ipotesi di
lettura di questo messaggio,
è ovvio che
le interpretazioni possono essere
tantissime
come certamente è nell’intenzione
dell’artista.
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Daniela Balsamo "Annuncio" 2009
200x100 cm
Carta personale, diari, lettere,
pigmenti,
colla vinilica su tavola
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Daniela Balsamo
"Oggetti rossi" (trittico) 2009
230x130cm
Carta narrante, pigmenti, colla
vinilica
su tavola
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Daniela Balsamo
"Oggetti rossi" (dettaglio) 2009
50x65 cm
Carta sul tema della seduzione,
pigmenti,
colla vinilica su tavola
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Daniela Balsamo
"Fobia e pacificazione" 2008
140x200cm
Carta personale, diari, lettere,
pigmenti,
colla vinilica su tavola |
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Daniela Balsamo
"Gnfr sulla sedia rossa" 2009
180x120cm
Carta personale, diari, lettere,
pigmenti,
colla vinilica su tavola |
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Daniela Balsamo
"Balsamolaroid (Mugghia)" 2009
29x21cm
Acquarello su carta di riso,
colla vinilica,
foglio personale
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