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Nicola Rotiroti "Affucu" Olio su
tela
cm.90x100 Anno 2005
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Nicola Rotiroti "Aspettando Dio"
Olio su tela
cm.140 x 100 Anno 2005
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Nicola Rotiroti "Glauco" Olio su
tela
cm.90x110 Anno 2005
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Nicola Rotiroti "Che è successo"
Olio su tela
cm.120 x 80 Anno 2005 |
"Nicola Rotiroti nella descrizione pittorica
di alcune perplessità"
di Alessio Verzenassi
Le tele in mostra si concentrano
nel descrivere,
attraverso un comportamento linguistico
figurativo,
dei racconti subacquei edificati
in più momenti,
nei quali il senso si stabilizza
soltanto
in una veduta d'assieme, a grandangolo.
L'artista, nelle opere smistate
in questa
rassegna virtuale, redige su
tela il proprio
parere sul tema della spossatezza
percettiva
indotta da uno stato di alterazione
fisica:
il fine di tale argomento è quello
di rappresentare,
con atti iconografici discorsivi,
il depotenziamento
del raziocinio e la condizione
di precarietà
che ne consegue. La perdita dell'equilibrio
e della cognizione, la distorsione
del dato
tratto e la complessità di gestione,
sono
i contenuti di una pittura che
s'arrischia
nel delineare, con risorse figurative,
condizioni
principalmente sensoriali.
Allora, l'acqua dipinta da Rotiroti,
più
che ambientazione naturale è
pretesto per
suscitare comportamenti istintuali
e dunque,
la fatica del natante viene analizzata,
lentamente
e con perizia pittorica, nei
suoi aspetti
psicologici, attraverso fotogrammi
incauti
nella prospettiva, sghembi nella
composizione,
abilissimi nel compito della
comunicazione
psichedelica. Così, la meccanica
iconologica
escogitata dall'autore non offre
ottimismo
né l'opposto, tanto meno però
risulta essere
inerte o vanamente altéra, colta,
giudicante,
poiché l'artista calabrese in
questo ciclo
di tele non pontifica, non sentenzia,
piuttosto
intende lasciare pari possibilità
al naufragio,
al decesso, come alla salvezza:
all'astante
è lasciata, dunque, l'ultimazione
mentale
del racconto pittorico.
Come per conseguenza algebrica, al senso
d'insoluto narrativo corrispondono, coerentemente,
determinate decisioni stilistiche, in quanto
Rotiroti si avvale di una pittura grassa
e tonale, volutamente inabile al nitore e
perciò caratterizzata da una stesura sbafata
e molle, che rende i profili delle figurazioni
vacui, convalescenti ed estremamente opportuni
al ruolo di significante.
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Nicola Rotiroti "Duvasì" Olio su
tela
cm.160 x 120 Anno 2005
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