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Graziano Spinosi "INDUS", 1999
Filo di ferro,
altezza 300 cm |
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Graziano Spinosi "FORESTA", 2000
Filo di ferro,
altezza 500 cm |
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Graziano Spinosi "FORESTA",
Particolare |
"Quel che mi sembra di poter rilevare,
in questo mondo tenuto insieme
da un filo
quasi magico, nelle sculture
come nei quadri
di Graziano Spinosi, è la traccia
di un rapporto
inesaurito con la memoria di
sé e del proprio
cuore. Inesaurito perché inesauribile:
è
l'origine, il cordone ombelicale,
il legame
d'affetti e parentale, ma anche
il filo d'Arianna,
la possibilità di una via di
fuga verso la
salvezza, il ritorno a casa.
E quale sia
davvero questa casa, se quella
con tetto
sotto cui vivere e dormire, o
quella celeste,
cui tutti faremo ritorno, non
è dato sapere.
Perché, poi, il filo diviene
elemento costruttivo,
ma costruttivo di un mistero
formale, nel
senso della forma che Spinosi
dà alle sue
sculture, opere, creature, figlie.
Mistero
che ti fa porre la domanda sull'origine
di
quelle forme, se nate dal lavoro
di animali
incantati, o dal pensiero segreto
dell'uomo
creatore. Far discendere il filo
di Spinosi
da qualsivoglia scuola informale
non sarebbe
del tutto pertinente, perché
si definirebbe
solo l'aspetto esteriore, non
la sostanza,
il cuore reale dell'opera, che
è altro.
Intendo dire che vi è un sentimento
nel suo
fare che prevarica tutte le soluzioni
di
superficie: i materiali utilizzati
vibrano
di una energia che smentisce
nettamente ogni
impostazione di apparente immobilità.
Spinosi non vuole creare confusione.
I Wire
sono tessuti pettinati, non cardati:
l'ordine
sembra penetrare nell'informe,
stabilirne
la ritmica, chiara, definita,
quasi una partitura
musicale settecentesca. Qualche
volta, e
cromaticamente, può intervenire
una suggestione
di ruggine, ma è questione di
grammatura,
una semplice corda vibrante come
un'arpa
eolica. Se poi il filo diviene
barra, la
musica diventa pianistica, netta,
un po'
altisonante, ma di perfetta quadratura.
Questo filo, Spinosi, lo aveva
in sé già
da anni, se solo ci si riferisce
a uno dei
suoi Libri, l'uno o il due, del
1982. Non
era filo di ferro, ma corda;
eppure stabiliva
la stessa ritmica visiva, l'uno
in special
modo, quel senso di pettinatura
di cui dicevo.
Anche dava, come il filo di ferro
oggi dà,
quel senso di attaccamento, desiderio
di
esclusiva e priorità, cordone
ombelicale
che non si vuole recidere se
non costretti.
Che è poi, credo, l'idea portante dei Nidi.
Avevo detto casa, ma anche recipiente, e
recipiente per eccellenza, ventre materno,
marsupio, simbolo di un luogo dentro cui
stare, o in cui starsene accucciati insieme.
I Nidi si collocano alti, tentano lo slancio
monumentale, ma conservano una intimità sorprendente,
si tengono nel formato, si contengono in
gambe che paiono rami alla ricerca di un
luogo in cui impiantare radici, per sempre
stare. A volte paiono pronti al parto, allo
sgravamento da un peso contenuto con armonia.La
traccia della mano è quasi assente; l'impronta
che Spinosi imprime alle sue opere è quella
di una perfezione perseguita e ottenuta.
Però, si badi, forma e non formalismo è la
cifra che serve a una lettura corretta del
suo ostinato oggettivare. Queste sculture,
Nidi e Foresta del presente o Sensi del passato,
Libri oppure Nature Morte, e anche Santi
pennelli, sino alle numerose Patocche - di
cui più avanti voglio ancora dire -, aspirano
alla mimesi, cercano di essere oggetto. Ma
anche questo è ciò che inizialmente appare.
Poi, a lettura approfondita, ti accorgi e
devi fare accorgere che il suo racconto passa
attraverso il piacere di un modellare e tentare
i diversi materiali; quindi all'interno del
sistema scultoreo, ancorché egli eviti i
materiali tradizionali, preferendo quelli
del linguaggio delle avanguardie."
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Graziano Spinosi "FORESTA",
Particolare
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Graziano Spinosi "WIRE 1", 2000
Filo di ferro, Intonaco su tavola
50 x 35 cm
Santarcangelo di Romagna,
collezione privata
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Graziano Spinosi "WIRE 16", 2000
Filo di ferro, Intonaco su tavola
70 x 50 cm
Cesena,
collezione privata
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Graziano Spinosi "WIRE 22", 2000
Filo di ferro, Intonaco su tavola
70 x 50 cm
Roma,
collezione privata
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