FERNANDO ZUCCHI

PiziArte galleria d'arte contemporanea Teramo



Fernando Zucchi
Siediti al sole,abdica e sii re di te stesso-
olio su tela cm 225x150
2001 coll.privata



Fernando Zucchi
-Il gioco sviluppa delle attitudini-
olio su tavola cm144x96
2001



Fernando Zucchi
-Disteso supino..olio su tavola-
cm 144x96
2001




La metamorfosi dei colori.


"Se un uomo in sogno attraversasse il Paradiso
e gli dessero un fiore come prova d'esserci stato,
e al risveglio si trovasse con quel fiore in mano…e allora"
S.T. Colerige

Il lavoro di Fernando Zucchi si interroga sul senso e sul significato delle immagini.
La sua è un indagine dalla doppia valenza poiché indaga oltre che sulla natura delle immagini anche sui suoi processi di fruizione e realizzazione.
L'immagine - come afferma Wunenburger nel suo saggio sulla filosofia delle immagini - "costituisce una categoria ambivalente e depistante, che si situa a mezza strada tra il concreto è l'astratto". Se infatti da una parte l'immagine, nella sua etimologia greca di Eikon è un concetto legato all'esperienza visiva, di forma, spazio e colore, dall'altra è phantasia, rappresentazione di ciò che è immaginario. In questa sua de-realizzazione la pittura - scrive infatti Klee - si avvicina alla letteratura: "Scrivere e disegnare sono due atti fondamentalmente identici".
Fernando Zucchi fa questa sua analisi avvalendosi di una grammatica e di un linguaggio iconografico che nella sua complessa articolazione di finzione e realtà rimanda alla cultura di massa (il fumetto, il cinema, la moda, la pubblicità) e alla Storia dell'arte (le opere nei musei e negli spazi espositivi) e della cultura (la poesia).
I suoi lavori sono sperimentazioni sulla natura delle immagini e dei suoi fruitori, nelle sue diverse estensioni (private e pubbliche, adulte e adolescenziali, maschili, femminili o comunque di genere), senza tuttavia mai circoscrivere o definire quello che esse significano.
I titoli dei quadri a loro volta non sono spiegazioni, né illustrazioni dei titoli, ma per usare un'espressione magrittiana una "relazione poetica. Una relazione questa che cerca di indagare i sempre nuovi rapporti di relazione e significato delle immagini che la quotidianità ha occultato dietro il suo esplicito e univoco manifestarsi.
Karl Marx nella sua introduzione a "Per la critica dell'economia politica del 1857 ci ricorda infatti che "L'oggetto d'arte, alla stregua di qualsiasi altro prodotto, crea un pubblico sensibile all'arte e capace di trarre piacere dalla bellezza. La produzione crea perciò non soltanto un oggetto per il soggetto, ma anche un soggetto per l'oggetto".
L'epoca della tecnica con il suo scenario descritto da Marx e da altri filosofi, esprime così quel fenomeno ancora in corso di nebulizzazione delle massa e della loro suddivisione in individualità fittizie. I prodotti e i mezzi di comunicazione di massa, mirano infatti alla formazione di individualità che producano e consumino nel contempo i desideri da loro stessi prodotti.
Ogni singolo individuo così omologato dalla comunicazione percepisce l'illusione di una sua individualità e di una sua coscienza collettiva.
Il ciclo produttivo e di consumo, di cui fanno parte anche le immagini, diviene così la condizione naturale di esistenza e di formazione.
L'opera d'arte preserva ancora quella possibilità di fare un'esperienza diversa del mondo, esperienza nella quale l'uomo non è semplice spettatore ma è bensì coinvolto attivamente. La pittura, come anche le altre forme espressive, ha di fatto la capacità di evocare il mistero, ovvero la possibilità di evocare aspetti e realtà dell'essere ancora insondati.
E' nei processi del sogno e dell'immaginazione, parafrasando un pensiero di Nietzsche, che l'uomo fa esperienza dell'essere e dell'esistenza.

Marcello Pezza





Fernando Zucchi
-Si mangia nel delizioso buffet del tempio-
olio su tavola cm 72x48
2001




Fernando Zucchi
-
Il gioco sviluppa delle attitudini 2-
olio su tavola cm 144x96
2001



GLI INGANNI DEL COLORE
Lorenzo Canova



Quale persona in visita ad un museo potrebbe immaginare di essere vittima di una trappola allettante? Quale spettatore entrerebbe in una galleria sapendo che i loro quadri possono attrarre come piante carnivore che seducono gli insetti con la bellezza e lo splendore dei loro colori? Eppure, la pittura di Fernando Zucchi appare costruita su un simile meccanismo, come il "congegno" subdolo e suadente di un agguato, un "tranello" montato su una tessitura cromatica fortemente timbrica definita attraverso una pennellata accesa e squillante.
Il progetto ambiguo di Zucchi genera dunque la visione straniata di un mondo sospeso tra pittura, fumetto e vita quotidiana, in un'incertezza dove lo spettatore può "inglobare" fisicamente i cartoons o essere assorbito dall'universo parallelo dell'arte o dei media contemporanei.
Il lavoro del pittore si pone così sul piano sfuggente di due mondi paralleli, in uno scambio di livelli incerto ed enigmatico dove la pittura s'interroga sul senso della visione, sulle consuetudini e sulle abitudini dell'occhio, ingannate e spiazzate dal corto circuito tra sguardo e immagine.
L'artista organizza così un vero e proprio "sistema" che cerca di persuaderci con la sua trama di figure e di volti inseriti nell'ambiente rassicurante dell'infanzia, di un tempo perduto evocato attraverso il linguaggio del fumetto, in una sorta di cartone animato che parafrasa i frammenti di vita vissuta per mettere in crisi le nostre certezze percettive.
Non vi stupite, allora, se incontrerete qualcuno che porta sul volto i colori di una strip, se una signora è inspiegabilmente finita dentro una tela della pinacoteca, o se per strada incontrerete i personaggi di un celebre capolavoro: non è il seguito di Chi ha incastrato Roger Rabbit, né il remake de La rosa purpurea del Cairo, sono i misteriosi effetti della pittura di Fernando Zucchi





Fernando Zucchi
-
S.T.-
olio su tavola cm 72x48
2003 - coll. privata



Fernando Zucchi
-
Donna metropolitana -
olio su tavola cm 30 x 40
2003



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LA MOSTRA DI FERNANDO ZUCCHI CONTINUA NELLA SECONDA SALA


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