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Rita Tagliaferri
"Ia rete imperfetta" 2003
olio su tela su legno
cm 45 X 45 |
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Rita Tagliaferri
"Ia microdimensioni" 2003
olio su tela
cm 70 X 70 |
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Rita Tagliaferri
"Singolarità" 2003
olio su tela
cm 100 X 100 |
" Differenza e Ripetizione"
Di Rita Tagliaferri mi ha colpito
la modernita'
del suo vocabolario titolatorio.
Come gia' fu per i Surrealisti
il titolo
puo' essere una spia del proprio
lavoro e
quindi diventa significativo
per conoscere
nel profondo l'opera pittorica
dell'artista.
Per Rita il titolo riguarda l'insieme
del
suo lavoro come fu per alcuni
scrittori dove
pur cambiando titolo scrivono
"sempre"
lo stesso romanzo e ne allargano
le parti
ripetendo" cosi' all'infinito
lo stesso
tema.
Cosi' pure dichiarava in una
intervista William
Burroughs che si riteneva scrittore
dello stesso romanzo suddiviso
mentalmente
in piu' parti che egli tentava
di ricucire.
Rita invece affronta il problema
della titolazione:
"Rete", "Zapping",
"Game",
"Frammentazione" e
"Singolarita'"
come appartenenza alla modernita'
del virtuale,
come essere dentro il mezzo mediatico
televisivo
si', ma usando quale immagine
un elemento
unico: il Volto. Ella assume
quale rete visiva
un unico elemento: una, come
direbbe lei,
Singolarita'. E questo elemento
unico viene
tagliato, analizzato, sezionato
e ricomposto, infine ristrutturato
come fosse
un unico punto di una rete piu'
vasta.
Un po' come fa Dali' quando in
un'opera enorme
vista da lontano ci fa scorgere
il volto
del presidente degli Stati Uniti
Abramo Lincoln,
ma che vista da vicino quest'opera
diventa
un insieme della stessa figura
del presidente
Lincoln. (Gala guarda il mare
che a 20 metri
diventa il ritratto di A. Lincoln,
1975).
Oppure per chiarire meglio: usa
il Puntinismo
di post-impressionistica memoria.
E cosa
era questo se non un reticolo
cromatico legato
strettamente agli studi scientifici
sulla
luce e sull'occhio di fine ottocento?
Quindi,
tutto torna. Sia sul piano surreale
con Dali',
sia su quello del reticolo visivo
con il
Puntinismo.Il tutto compreso
dentro una rete
piu' vasta come nel nastro di
Moebius. Ma
cio' che interessa qui e' la
ripetizione
continua di questo volto, di
questi occhi
che possono essere gli occhi
di una folla
nel loro ripetersi infinito,
e subiscono
la differenza di chi li porta
o, per meglio
dire, la testa che sta dietro
a questi occhi
che pur avendo lo stesso colore,
o anche
appartenendo ad un'altra razza
ha senz'altro
un'idea diversa per ogni testa.
Ed e' cio'
che crea la differenza. La quale
differenza
e' per lei la Singolarita' della
ricezione,
in fondo e' la stessa Individualita'
dell'essere.
Come vediamo quindi anche una
pittura dall'apparenza
"semplicistica" nasconde
un elemento di surrealta', o
di inquietudine
come questa sua ultima pittura.
Ma pur ripetendosi
nella scelta del soggetto o nei
colori ella
crea quell'individualita' che
rende ogni
volto di per se': Singolare.
Boris Brollo
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Rita Tagliaferri
"Singolarità" 2004
olio su tela
cm 60 X 60 |
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Rita Tagliaferri
"Singolarità" 2004
olio su tela
cm 60 X 60 |
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