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Clandestino è una condizione, uno stato legato
all'esistenza, alla sopravvivenza
in un luogo.
Rappresenta la mancanza, per
un essere umano,
dei diritti, del diritto alla
cittadinanza
e l'impossibilità quindi, di
poter condividere
con tutti gli altri uomini e
donne che si
incrociano quotidianamente, una
vita, un'esistenza
fatta di dignità e di trasparenza.
Clandestino è l'essere in fuga,
cacciato,
spesso, da situazioni ove la
violenza di
un governo o di un contesto più
limitato,
impongono, per poter continuare
a vivere,
la necessaria strada dell'esilio
forzato
e della ricerca spesso impossibile
di un
asilo di pace.
Clandestino a volte è il criminale,
quello
che commette nefandezze e che
si cela dinanzi
ad una giustizia che con intransigenza
deve
applicare le regole dell'uguaglianza
tra
gli uomini.
La clandestinità la si incontra
anche nelle
propaggini desolate dei grandi
agglomerati
urbani ove è possibile scomparire
Ma oggi, quando molti si affidano
alla confusione
e qualcuno confonde l'esilio
con la villeggiatura,
la moltitudine dei popoli che
raggiungono
le regioni del benessere e li
si mescolano
con altri, reclamano ed esigono
ciò che sino
ad ora appariva consegnato alla
storia ma
è il viatico contemporaneo alla
fuoruscita
dalla clandestinità: i diritti
dell'uomo
e del cittadino.
"ALBERTO MELARANGELO"
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Carlo Cane "Era un giorno tranquillo"
2003
olio su tela su tavola cm. 63
x 92 |
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Carlo Cane "Città rovente" 2003
olio su tela su tavola cm. 63 x 92 |
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Dario Arcidiacono " Ecce clown 12 -
3 - 6 - 11" 2003
cm. 50 x 50 l'una
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Marco Esposito "Boss" 2004
olio su tela cm. 70 x 100 |
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