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Fulvio Di Piazza "Armato fino ai denti",
2001
olio su tela cm. 40 x 30 |
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Fulvio Di Piazza "Babele", 2001
olio su tela cm. 130 x 170 |
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Fulvio Di Piazza "Biotech Skyline"
2002
olio su tela cm. 120 x 150 |
"Sembrerebbe questo un tempo in cui
le cose vanno verso la sintesi
e la semplificazione
estrema.Anche le immagini prodotte
dall'arte
non sfuggono al desiderio di
immediatezza,sempre
più frequentemente confidando
nella cosiddetta
prima impressione.
Se ciò fosse proprio vero,potrebbe
essere
il posto per la pittura di Fulvio
Di Piazza,per
il suo gusto dell'ingegnosità
stravagante
e dell'arguzia surreale?Siamo
forse in presenza
di un tipico caso di artista
volutamente
contro corrente e c'è dell'altro?Ovvero,Di
Piazza è solo una sorta di Arcimboldo
contemporaneo
sopravvissuto al naufragio di
un certo modo
di intendere la pittura,oppure
ci propone
in maniera indiretta ben diverse
urgenze
attuali?
Dirò intanto questo:Fulvio Di
Piazza è uno
dei giovani artisti più interessanti
oggi
in Italia proprio perchè va a
forzare dei
limiti e a rimettere in discussione
qualsiasi
genere di conformismo e di assuefazione
all'abitudine
a alla pigrizia.In particolare,stimola
nell'osservatore
un diverso tipo di visione,assai
più lenta,riflessiva
e dettagliata,sottraendosi appunto
all'impatto
distratto della prima impressione
da cui
il nostro occhio è troppo spesso
condizionato.Per
"gustare" i quadri
di Di Piazza
insomma ci vuole tempo,un tempo
certamente
ben impiegato e ben speso,bisogna
concentrarsi,non
accontentarsi di un generico
sguardo d'insieme
e leggere con cura ogni singolo
particolare.La
sua acutezza stravagante restituisce
un avvolgente
horror vacui che ha pochi equivalenti
nella
pittura contemporanea-nelle minuziose
storie
raccontate da Frank Moore,nelle
pazienti
tarsie di Maurizio Cannavacciuolo,nella
passione
entomologico-naturalistica di
Alexis Rockman-e
che invece ritroviamo più spesso
nel cinema-nelle
infinite sequenze particolareggiate
fino
all'ossessione in Peter Greenaway,negli
sfondi
barocchi in David Lynch,nel gioco
dell'assurdo
favolistico in Tim Burton-.
Pur essendo pittore rigorosamente
di immagini
e storie,Di Piazza non concede
troppo alla
dimensione della narratività
e predilige
invece la costruzione metastorica
e avulsa,si
potrebbe dire straniata,al puro
e semplice
racconto.Agisce sulla struttura
dell'opera
come fanno i grandi romanzieri
che si attardano
sulle microstorie per eludere
il tema principale(anche
questo un sistema oggi poco praticato,ma
quando funziona è sempre grande
letteratura)stipandovi
all'interno tutte le passioni,le
follie,i
desideri di cui si nutre.Nei
suoi quadri
compaiono spunti dalla scrittura
fantastica
in diverse modulazioni-i classici
romanzi
d'avventura alla Jules Verne,la
fantascienza
minore,i bestiati di Borges e
Bioy Casares-la
cinematografia di culto che fa
suo il gusto
per l'orrido e il grottesco,il
paradossale
e il paranormale-i "capolavori"della
Troma come gli orripilanti sequel
dei pomodori
assassini-.Di Piazza inoltre
si diverte a
"riabilitare" i fantasmi
della
vecchia pittura novecentesca,quella
oggi
meno considerata dalla storiografia
critica
proprio perchè lontanissima dal
desiderio
di semplificazione comune alla
nostra epoca:ol
Surrealismo più ampolloso e retorico,in
particolare
quello di Salvador Dalì,maestro
dell'eccesso
e alfiere dell'apparenza.
Nella pittura di Fulvio Di Piazza,Arcimboldo
si è incontrato con i cartoon
di Disney:la
ricercatezza,l'attardarsi sul
particolare
e sul dettagio,tutto sommato
il fascino dell'inutile
si sono incontrati con l'efficacia
simbolica
dei personaggi dei fumetti,con
la loro capacità
di parlare di vizi e virtù antropomorfe
utilizzando
caratteri della fisiognomica
umana.Ciò che
è negato(per convenienza)alla
nostra specie
si concede invece a creature
aliene,inquilini
della fantasia,che non a caso
hanno nei bambini
i loro più decisi ammiratori."
Luca Beatrice
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Fulvio Di Piazza "Cielo d'occhi",
2002
olio su carta cm. 56 x 76 |
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Fulvio Di Piazza "Dopo la pioggia",
2001
olio su tela cm. 120 x 150 |
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Fulvio Di Piazza "Entroterra",
2001
olio su tela cm. 70 x 95 |
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Fulvio Di Piazza "Fine", 2002
olio su tela cm. 90 x 120 |
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Fulvio Di Piazza "Luna pescatrice",
2001
olio su tela cm. 80 x 65 |
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