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Paolo Fiorentino
" Terminal " 2012, tecnica mista
e foglia d'oro su tela
cm 60 X 120 |
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Paolo Fiorentino
" MM " 2012 , Tecnica mista su
tela cm 120 x 120 |
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Paolo Fiorentino
" Giuda " 2011 , Olio su tela cm
120 x 120
immagine usata come copertina di un libro
per le edizioni Alberto Gaffi |
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Paolo Fiorentino
" Valori spastici", 2004 tecnica
mista su tela cm 50 X 50 |
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Paolo Fiorentino
" Astrartici", 2004
tecnica mista
su tela cm 50 X 60
Collezione Piziarte |
Nell'attuale panorama dell'arte italiana
contemporanea assistiamo - oggi sempre più
di ieri - a una tale molteplicità di linguaggi,
stili e tecniche da rendere complessa la
lettura delle diverse personalità autorali,la
definizione delle loro scelte visive e le
motivazioni alla base della propria ricerca.
Questa vivacità di proposte, che da una parte
può essere recepita come indice di vitalità
del mondo dell'arte, dall'altra è un segno
dei tempi dove regna il "troppo di tutto"
il più delle volte superficiale, di facciata,
generato o assorbito da un sistema di mercato
onnivoro e privo di discernimento. In questo
allegro e disinvolto marasma si impone la
necessità, per il pubblico e per gli studiosi
dell'arte, di una sempre maggiore attenzione
per trovare qualità e rigore effettivi, che
durino nel tempo e non deperiscano come le
mode più sensazionali ed effimere perchè
l'arte è, davvero, un'altra cosa rispetto
a tutto questo. Lo sa bene Paolo Fiorentino
che, da molti anni, porta avanti una meticolosa
pittura di immagine che affonda le proprie
radici in una certa cultura classica ed è
caratterizzata da scelte linguistiche e stilistiche
raffinate, ad alto tasso intellettuale, che
necessitano di tempi dilatati e di giusta
concentrazione per essere compresi pienamente.
L'ossatura del suo lavoro pittorico
è stata
inizialmente fortemente sorretta
da una propensione
alla citazione di una tradizione
pittorica
italiana classica che si è via
via emancipata
e confrontata con il proprio
contesto metropolitano,
multiculturale, tecnologico,
super e plurimediale;
questo ha portato a una fatale
e quanto mai
fertile trasformazione del lavoro
di Fiorentino
orientandolo oltre la citazione:
verso una
vera e propria reinterpretazione
di quei
canoni estetici, poetici e concettuali
che
egli ha mescolato a un vissuto
più attuale
e complesso. Questa modalità
operativa è
orientata a idealizzare e a universalizzare
la sua figurazione per spostare
l'attenzione
dai soggetti prescelti ai significati
che
essi racchiudono e veicolano.
I suoi luoghi
sono visioni della mente, irreali
ma credibili
allo stesso tempo, campo di una
speculazione
intellettuale essenziale e quanto
mai meditata.
Per intenderci: la scelta di
Fiorentino è
certamente legata alla memoria
ma attraverso
un'operazione che supera, come
abbiamo detto,
la soglia della citazione, va
oltre la bella
pittura e approda a una più complessa
contaminazione
linguistica. Infatti, le sue
messe in scena,
potenti e discrete allo stesso
tempo, giocano
su molti piani, toccando l'arte
classica,
archetipi trecenteschi e quattrocenteschi,
arte del novecento e Metafisica,
architettura
e fotografia di quel periodo,
scenografia....
Soprattutto, è interessante l'uso,
se non
l'invenzione, di un triplice
passaggio, di
cui fa un uso interessante: la
sua statuaria
classicheggiante e i suoi paesaggi
urbani
richiamano certamente l'arte
antica ma quella
già manipolata, presa cioè a
modello da un'arte
successiva, quella italiana e
più ideologica
degli anni '20/'30 e, diversamente,
da quella
Metafisica.
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Paolo Fiorentino
"Missione Inpossibol",
2004 tecnica
mista su tela cm 50 X 50
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Paolo Fiorentino
"Metafico", 2003 tecnica
mista
su tela cm 50 X 50 |
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