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Paul Kroker
" frammento", 2002,
pc-picture, foto di una scultura del ciclo
angele della mia storia
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Paul Kroker
"angele della mia storia", 2002,
installazione con 4 figure (cad.
71x35x39),
carta/colla/plastica/metallo/acrilico/varie |
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Paul Kroker
"angele della mia storia", 2002,
installazione con 4 figure (cad.
71x35x39),
carta/colla/plastica/metallo/acrilico/varie |
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Paul Kroker
"angele della mia storia", 2002,
installazione con 4 figure (cad.
71x35x39),
carta/ colla/plastica/metallo/acrilico/varie
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Angele
di Franca Cavagnoli
Un paesaggio cupo e desolato,
arso dalle
fiamme, punteggiato di sterpi
bituminosi.
Poche, sobrie macchie di colore:
ocra, grigio
perla, viola. Su questa landa
il cielo è
caduto, giace sgretolato. Dalle
rovine s'innalza
- o forse ancora non ha toccato
il suolo?
- un'ala di piombo. L'ala di
un uccello?
Di un angelo? Un'ala, però, senza
dubbio
incapace di tornare a volare
o che mai ha
saputo farlo. Posa greve sulla
terra guasta
di paglia e corda e latta.
Il travaglio di quest'ala è raffigurato
in
un quadro di Kiefer, Das Wölund-Lied. Ma la desolazione sulla tela non è che
il riflesso dell'inumana desolazione
che
alberga nel cuore degli artisti
tedeschi
più che in quello di qualsiasi
altro artista
europeo. Cinquant'anni fa Vercors
faceva
dire a un suo personaggio, un
ufficiale della
Wehrmacht, a proposito di un altro artista suo connazionale:
"Bach… non poteva essere
che tedesco.
La nostra terra ha questo carattere:
questo
carattere inumano. Voglio dire,
non in misura
dell'uomo". È questo il
tratto saliente
delle Angele di Paul Kroker: sono creature non più angeliche
e non ancora umane, sono creature
inumane
nel senso che Vercors dà alla
parola.
Il viaggio che hanno compiuto non è dalla
terra al cielo: sono angeli caduti, o forse
soltanto discesi, attratti dal mistero dell'essere
umano. Ma il mistero attrae e seduce, e talvolta
è proprio il suo fascino a impedire la conoscenza.
Non qui. Queste creature sembrano infatti
discese sulla terra per penetrare l'essenza
della sofferenza umana, restando sospese
sulla fune sottilissima che divide il corporeo
dallo spirituale. E d'altronde un artista
berlinese come potrebbe non misurarsi con
la linea sottile della separazione, essendo
abituato come nessun altro in Europa a misurarsi
con la linea del fuoco che per decenni ha
diviso in due la sua città, il suo Paese
e l'intero nostro continente? Le sue creature,
dunque, sono destinate a essere per sempre
esuli, come senza patria è l'artista che
le ha concepite: con lo sguardo in parte
rivolto all'indietro dell'emigrato, che scruta
la polvere alla ricerca delle tracce non
più riconoscibili della patria perduta o
lasciata...
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Paul Kroker
"angele della mia storia" ,2002,
carta/colla/plastica/metallo/acrilico/varie,
71x35x39 |
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Paul Kroker
"senza titolo", 2002,
pc-picture, foto di un dipinto
del ciclo
constructa romantika,
1996 |
..."Chi mi conosce sa che il mio lavoro
è da sempre improntato alla figura della
donna, la sua sofferenza e gioia nonché la
sua passione e passionalità. Anni fa, poi,
era subentrato anche l'elemento vendicativo
nel senso dell'autodistruzione, dell'annientamento"
ha affermato più volte Paul Kroker. In queste
figure la sofferenza della donna - la sua
passione - pare essersi rappresa nella materia
di sangue che percepiamo dentro di esse,
perché dagli squarci nei corpi inferti da
coltelli, forbici, granate, non una sola
goccia di liquido pare essere fuoriuscita;
il sangue pare essersi riversato tutto all'interno,
là dove si condensa il dolore del mondo di
cui esse si fanno carico. Alcune conservano
ancora il retaggio della patria celeste perduta
o lasciata - le ali - altre non le hanno
più ma al loro posto non hanno ancora sviluppato
gli arti. Di nuovo, s'incamminano con la
sola forza degli organi vitali che governano
le passioni lungo la linea impalpabile eppur
netta dell'essere mezz'e mezzo. Un'indicibile
sofferenza continua ad attanagliarle, lasciandole
ferite, mutilate, sofferenti nel corpo non
più spirituale e non ancora umano. Sebbene
il materiale di cui sono fatte le ali sia
lieve - Kroker usa materiali poveri: plastica,
cartone, cartapesta, stracci - e dunque in
nulla paragonabile alla latta o al piombo
che ostacolano il movimento dell'ala caduta
dal cielo nel quadro di Kiefer, ciò nonostante
sappiamo che neppure queste Angele mai più spiccheranno il volo...
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Paul Kroker
"angele della mia storia", 2002,
carta/ colla/plastica/metallo/acrilico/varie,
109x97x27
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Paul Kroker
"angele della mia storia", 2002,
carta/ colla/plastica/metallo/acrilico/varie,
80x66x19
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