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Fabiana Minieri "Cattura"(dittico)
acrilico su tela cm 20 x 60,
spessore tela cm 5
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Fabiana Minieri "jump"(dittico)
acrilico su tela cm 50 x 100,
spessore tela cm 10
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Fabiana Minieri "Inclinazioni"(dittico)
acrilico su tela cm 50 x 100,
spessore tela cm 8
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Fabiana Minieri, giovane artista napoletana, presenta una
serie di acrilici su tela, per lo più dittici,
accomunati dal tema dello sport. I soggetti
sono resi attraverso prospettive del tutto
anomale che suggeriscono un tensione fisica
di forte impatto dinamico.
Atletiche ed eleganti silhouettes
si stagliano
su sfondi irreali creando effetti
aerei,
e allo stesso tempo si deformano
e si allungano,
come viste attraverso una lente,
amplificando
l\'effetto cinetico dell\'atto.
I corpi,
colti al rallentatore, perdono
la loro consistenza
fisica fluttuando come sospesi.
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Fabiana Minieri "La trappola di Ulisse"(dittico)
acrilico su tela cm 60 x 120,
spessore tela cm 10
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Fabiana Minieri "Rinascita"
acrilico su tela cm 60 x 60,
spessore tela cm 10
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Fabiana Minieri "Evasione"
acrilico su tela cm 50 x 50,
spessore tela cm 10
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Fabiana Minieri "Flight"(dittico)
acrilico su tela cm 50 x 100,
spessore tela cm 10
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Fabiana Minieri "Ristori"
acrilico su tela cm 50 x 50
spessore tela cm 5
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Il mito della sirena Partenope, ritrova nuova
freschezza nella reinterpretazione
della
pittrice. I colori intensi, ma
non accesi,
quasi “acidi” cristallizzano
alcuni momenti
della vicenda della sirena che
fondò la città
di Napoli. Nelle sue opere c’è
la capacità
di cogliere l’attimo, il nucleo
centrale,
il punto cruciale che viene intessuto
di
poesia e al tempo stesso di eros.
La cattura
racchiude in sé il pathos dell’evento
pubblico,
del momento drammatico che interessa
il mito
e con esso un’intera popolazione
di osservatori,
e al contempo l’intimità dell’attimo
che
isola i protagonisti trasformando
la scena
in uno scambio emozionale tra
cacciatore
e preda.
In Evasione, la semplicità della
scena (anche
nell’uso di due soli colori predominanti)
e la carica di sensualità dominano
l’intera
figurazione.
In Partenope, lo scambio di sguardi
tra il
pescatore e la sirena tramuta
in un unica
emozione ciò che è stato lasciato
dall’artista
in piena divisione materica.
In Rinascita, la sirena risalta
senza staccarsi
dal fondo, si distingue senza
emergere completamente,
si separa senza allontanarsi.
È forse questo
il destino della città che, dal
luogo scelto
dalla sirena come dimora, si
svilupperà successivamente?
Il Ristoro di Partenope, come
la più civetta
delle donne, non si sostanzia
nel riposo
delle stanche membra, ma nel
porre in evidenza
la sua bellezza, nel suo stendersi
inarcando
leggermente il suo bel corpo.
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