|
Daniele Giuliani |
|
Valentina Bardazzi |
Dimenticare
Cosa raccontano queste immagini
in fila,
questi tagli di inquadratura
così impietosi?
Cosa mi sussurrano lungo il corridoio,
allungando
gli artigli verso di me per graffiarmi,
farmi
sostare intimorito, catturare
la mia attenzione
spaurita e costringermi all'emozione.
Perché?
Perché proprio l'emozione che
altro è se
non moto dell'anima? Ma ogni
moto genera
spostamento e causa l'inizio
di un viaggio
di ricordi, di sensazioni senza
una meta
riconoscibile. Dove vogliono
accompagnarmi
questi colori cupi e questi sguardi
accusatori,
che stanno semplicemente chiedendo
pietà?
Perchè io? Perché devo seguirli?
Perché mi
stanno stregando cosi accanitamente,
come
se ci fosse qualcosa di loro
che devo sapere,
non solo, che devo ammettere?
Che colpa ho, nei loro confronti?
Chi ha
fatto loro tutto quel male? A
chi lo hanno
fatto?
Non voglio sapere, non voglio
sapere!
Ogni evento lascia un segno/disegno
nell'anima,
e noi siamo fogli di carta imbrattati
dagli
schizzi dei disegni altrui. Solo
immagini,
come queste che ormai mi circondano.
Allora se dimentico quello ha
ferito il mio
animo, forse la mia anima tornerà
limpida,
originaria.
Se dimentico le tracce del mio
passato su
di me, allora io ritornerò quella
che avrei
potuto essere.
Dimenticare, quindi.
Dimenticare le ferite di dolore
nei volti
di chi ho amato.
Dimenticare la bellezza, la bruttezza,
la
fisicità regalata da una natura
matrigna.
Dimenticarla modificando dal
mio volto ogni
traccia di me.
Dimenticare le emozioni brutte,
l'eco che
la solitudine risuona quando
intorno c'è
il vuoto. Dimenticare lo sconforto,
l'umana
dolenza, lo sbigottimento del
nulla.
Dimenticare questa storia personale
che ho
stravolto, reinterpretato, metabolizzato
fino a raffigurare un essere
mostruoso, metà
anima e metà invenzione, metà
progetto e
metà passato.
Dimenticare i supereroi di bambino,
smontarli,
ricostruirli in assurde chimere.
Dimenticarti. Guardare te stesso
in queste
immagini e dimenticarti di quello
che sei,
dimenticarti di quello che amavi,
di chi
ti amava, dimenticarti l'erba
tagliata sotto
i piedi, la spontaneità delle
emozioni, dimenticarti
te e tuo fratello bambini, dimenticarti
l'entusiasmo
del mare. Dimenticarti dei tuoi
ricordi ed
appiccicarci sopra una fotografia,
quella
che vuoi che gli altri vedano,
quella che
tu vorresti vedere di te stesso
ogni giorno
in ogni specchio, fino a riconoscerti,
felice,
in qualcosa che non sei mai stato.
Dimenticare quella che non sono
riuscita
ad essere.
Dimenticare te e me. Davvero
c'è stato un
tempo in cui eravamo noi?
Ricordi che ridevo? dimmi, ti
ricordi che
c'è stato un tempo in cui ridevo?
Donatella Lanciotti
|
|
Daniele Giuliani |
|
Gisella Spinella |
|
Gisella Spinella |
|
Gisella Spinella "In Spiaggia, 2006
olio su tela cm 80 x 50 |
|
Giampiero Marcocci |
|
Barbara Antonelli |
|
Antonio De Chiara |
|
Erica Campanella |
|