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Sam Punzina
"Un ponte sospeso su meraviglie
di cartone"
Disegno e collage su cartoncino, cm. 30 x
30, 2013
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Sam Punzina
"Anche un lupo può perdersi davanti
alla bellezza"
disegno su cartoncino, cm 30 x 30, 2013
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Sam Punzina
"Cielo terso e fiori vaganti"
disegno e collage su cartoncino, cm 30 x
30 ,2013
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FRANCESCA SCOTTI
Intervista a Sam Punzina su Glamour.it
Quando guardo i lavori di Sam Punzina sento anche un suono, anzi più d’uno. Sono
effetti liquidi: d’acqua colorata
che scivola
su qualcosa di fresco, di crema
che fonde
fino al bollore, di gocce e di
linfa che
scorre sotterranea. Poi arrivano
i colori,
i personaggi. Guardare le sue
opere è come
salire su una giostra bizzara
popolata da
farfa-conigli, scoiattoli quattrocchietti,
fragole viola e canarini degli
abissi. E
ancora meduse, piante carnivore,
margherite
e quello che non riuscite a immaginare.
Sam,
con i suoi lavori, racconta delle
fiabe che
eccitano la fantasia e portano
altrove.
Incontrarla è stato prezioso
e di seguito
potete leggere le sue risposte
a qualche
mia curiosità.
Mi racconti, brevemente come
sei arrivata
a dipingere?
«A dire il vero l’ho sempre fatto.
Dipingere,
creare, per me è vitale tanto
quanto mangiare,
dormire o respirare. È fisiologico.
Lo facevo
da bambina e lo farò per sempre.
Se smetto
per qualche giorno poi sento
la necessità
impellente di recuperare il tempo
perso perché,
per me, i giorni in cui non riesco
a creare
qualcosa (anche solo mentalmente)
sono giorni
sprecati».
Quali sono gli strumenti e/o
le tecniche
che preferisci utilizzare?
«Adoro sgocciolare gli smalti,
mi piace la
loro densità, lo spessore che
riesco ad ottenere
e le colature che scendono lungo
i bordi
della tela, il fatto di poterli
stratificare
e di ottenere un risultato chiaro,
semplice
e vivace. Una cosa che non tutti
sanno è
che non uso pennelli per il mio
dripping
su tela, le mie sono colature
per cui uso
sia bacchette di legno che mollette
per il
bucato, o qualsiasi altra cosa
possa fare
al mio caso al momento. Non c’è
alcun disegno
preparatorio sotto lo smalto,
ma un’idea,
il resto è lasciato un po’ al
“caso”, un
po’ al movimento della mano e
del colore
stesso, e un po’ all’istinto.
Ovviamente
negli anni ho imparato a gestire
e prevedere
come reagisce il colore, il tempo
di asciugatura,
ecc… Vi posso assicurare che
non è assolutamente
facile; molte volte rimango piacevolmente
sorpresa dai risultati, molte
altre volte
no. Questo tipo di pittura richiede
molta
decisione e sicurezza perché
dal momento
in cui il colore tocca la tela,
il tutto
è irreversibile».
Dove incontri i soggetti dei
tuoi dipinti?
«I soggetti dei miei dipinti
li sogno, diventano
l’insieme o la sintesi di ciò
che ho osservato,
sentito dire o letto durante
il giorno, praticamente
raccolgo e immagazzino quello
che mi capita
mentre vivo. Mi nutro di questi
strani sogni
incasinati, in modo da trarne
poi spunti
per creare sviluppi fantasiosi
e surreali
tanto quanto i sogni stessi.
Una cosa importante
quanto difficile è il mio continuo
cercare
di restare il più possibile incontaminata
dalle bruttezze della vita, che
spengono
l’entusiasmo e la fantasia, non
per niente
ho deciso di vivere in un posto
molto tranquillo,
al centro di un’isola (la Sicilia),
all’interno
di una riserva naturale. Un Eden
magico dove
rifugiarmi».
Un’antica preghiera irlandese
dice:
Trova il tempo per riflettere,
è la fonte
della forza;
Trova il tempo per giocare, è
il segreto
dell’eterna giovinezza;
Trova il tempo per sognare, è
il sentiero
che porta alle stelle…
È il modo in cui trascorro il
mio tempo che
diventa fondamentale per la mia
ricerca artistica».
Cosa stimola la tua creatività
e cosa invece
la smorza?
«I viaggi sono una fonte inesauribile
di
stimoli per la fantasia, i luoghi
come le
persone interessanti nutrono
la mia creatività,
ancora subisco influenza dall’aver
visitato
il Cosmo Caixa di Barcellona,
circa tre anni
fa; mi ha lasciata senza fiato
e come si
denota dai miei dipinti il suo
aspetto naturalistico
è fortemente presente ancora
oggi, è come
se si fosse radicato in me da
allora… sono
una sorta di spugna vagante!».
I tuoi lavori hanno per me una
forte componente
liquida, non solo visiva: mi
sembra di sentire
il rumore delle gocce! Ascolti
della musica
quando dipingi?
«Hai ragione, oltre alla componente
visiva
ne esiste una liquida e un’altra
ancora che
è quella tattile. Sì, i miei
quadri, una
volta asciutti, si possono anche
sentire
attraverso il tatto.
La metamorfosi dello smalto nelle
varie fasi
è affascinante tanto quanto il
risultato
visivo finale (infatti sto pensando
di girare
un video mentre dipingo). Ascolto
sempre
musica mentre dipingo, spazio
molto tra i
generi e dipende molto da come
mi sveglio
la mattina, può essere Björk,
The XX piuttosto
che i Korn o i Katatonia, non
ho un genere
di sottofondo preciso. Poi c’è
questo contrasto
che vive in me tra quello che
ascolto a volte
molto rude, forte e rock fino
all’estremo
metal, e l’immagine di serenità
e vivacità
che poi esce fuori dalla mia
pittura e dai
miei quadri; sono giunta alla
conclusione
che forse è proprio questo genere
di musica
che riesce a darmi quella valvola
di sfogo
che serve poi per trovare la
mia pace interiore.
Ho un’indole rock e un animo
di marshmallow».
I disegni su pagine di libro:
è il testo
che c’è sotto a darti il primo
impulso o
è l’immagine ad avere l’impellenza
di raggiungere
la pagina, anche se è già scritta?
«I disegni su pagine di libro
non vogliono
essere un’illustrazione del testo
della pagina
sulla quale sono nati, ma sono
una sorta
di apparizione magica che poi
lego in qualche
modo con una frase che possa
“contestualizzarne”
la presenza. Diventano così parte
integrante
del testo, come dici tu; raggiungono
il testo,
non a caso mi piace chiamarle
poesie dense».
Quale dipinto ti ha lasciato
più sorpresa
una volta finito?
«Senza alcun dubbio “Momenti
di disordinata
follia” è il quadro che ancora
guardo con
meraviglia, quasi come se fosse
stato dipinto
da qualcun altro e non da me.
Sono molto
autocritica e di solito trovo
sempre qualche
elemento che “stona” nel risultato
finale,
che non mi soddisfa: l’uso di
un colore,
o una macchia di troppo. Ecco,
in questo
caso tutto è al suo posto, in
equilibrio
perfetto. Il risultato è meglio
di quello
che avevo in mente, non mi viene
da dire
potevo farci questo o potevo
evitare quello.
Ci tengo molto. Lo esporrò solo
per un’occasione
veramente importante».
Quali progetti ti attendono?
«Dopo la personale PERDIFIATO
presso la Galleria
Federica Ghizzoni a Milano, che
è andata
molto bene superando di gran
lunga le aspettative
(visto il momento difficile che
viviamo),
adesso guardo all’estero con
fremente attesa. Per il resto lavoro ad una personale di
disegni in Settembre “UN PONTE SOSPESO SU MERAVIGLIE DI CARTONE”
presso la Galleria Piziarte, e ho altri progetti aperti in via di definizione
e mille idee da sviluppare. Vivo
in un perenne
work in progress tra sogno e
realtà».
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Sam Punzina
"Come Piuma e Libellula
insieme"
Disegno su cartoncino, cm 30 x 30, 2013
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Sam Punzina
"Desideri da contemplare"
Disegno su cartoncino, cm 30 x 30, 2013
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Sam Punzina
"Desideri sommersi"
Disegno su cartoncino, cm 30 x 30, 2013
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Sam Punzina
"E il cielo diventò a pois
per noia"
Disegno su cartoncino, cm 30 x 30, 2013
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Sam Punzina
"I giorni felici"
Disegno su cartoncino, cm 30 x 30, 2013
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Sam Punzina
"Il gatto blu nel giardino
caotico"
disegno su cartoncino, cm 30 x 30, 2013
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