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Pino Boresta "Sbarattoliamo una smorfia",
1994 |
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Pino Boresta "C.N.S. _ Cerca ed usa
la smorfia",
agosto 1995 |
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Pino Boresta "R.A.V. - Reperti archeologici
urbani", Tavola art. 2 (Via del Corso)
Roma 1995 - Performance
dimensioni Largh. 0.32 - Alt.
0.22 |
IL SITUAZIONAUTA
Quando penso a un progetto che
ritengo valga
la pena di essere realizzato
mi occupo immediatamente
di come produrlo per poi passare
immediatamente
alla sua messa in opera, e quindi
diffusione.Solo
in un secondo tempo mi preoccupo
di come
acquisire tutta una serie di
materiali di
documentazione sull' intero lavoro.
In genere
l' accumulo documentario continua
nel tempo,
seguendo il lavoro stesso. Pertanto
il materiale
tende spesso ad essere più vario
di quello
programmato. Dopo alcuni anni
di una raccolta
di materiale in più eterogeneo
possibile
inizio a presentare nel modo
più opportuno
( secondo il luogo, l' occasione
e i mezzi
messi a disposizione) il lavoro
o parte del
lavoro. La gran quantità e diversità
dei
materiali acquisiti per ogni
intervento mi
da modo di presentare lo stesso
progetto
sempre in maniera diversa adattandolo
di
volta in volta secondo l' occasione
e la
situazionein cui lo presento.
I materiali
ed i mezzi utilizzati hanno il
compito di
fare in modo che avvenga un passaggio
d'
informazione tra colui che ho
pensato il
progetto e coloro che ne fruiscono
a vari
livelli. Avvolte invece la mia
attenzione
è catturata da eventi che mi
accadono, e
su questi e con questi costruisco
un lavoro.
Altre volte ancora sono delle
situazioni
esistenti o da me provocate che
determinano
la realizzazione di nuovi progetti.
Comunque
nel mio lavoro c'è un coinvolgimento
attivo
dello spettatore, che è incoraggiato
a costruire
stati di riflessione indipendenti
e personali,
con l' obliterazione di attimi
insignificanti
della nostra esistenza colti
dal continuo
fluire della vita quotidiana.
Inoltre pur
considerando importanti e vicine
alcune delle
avanguardie, mi sento figlio
dei situazionisti.
Trovo che essi avessero già allora
ben compreso
molte delle esigenze oggi importanti.
Condivido
con loro il corpus del problema
"la
società dello spettacolo",
e ritengo
come sostengono loro che sia
necessaria soprattutto
la costruzione di nuove situazioni
, di nuove
attività, dove la condizione
preliminare
sia quella della ricerca di forme
diverse
di vivere. Questo si può fare
utilizzando
anche e soprattutto le idee da
loro suggerite,
come la deriva e il detournement,
che spesso
riscontro e trovo in vari modi,
e sotto diverse
forme, in molti dei miei lavori.
Io credo
nella struttura di messaggi il
cui codice
è dato dallo sfaldamento di messaggi
precedenti.
Non credo nell' operazione estetica
come
fase che precede sempre quell'
intellettiva
o che la possa in qualche modo
preparare.
L'uso di materiale di derivazione
non estetica
potrebbe far pensare ugualmente
all' artisticità
dell' noperazione, ed in questo
modo vengono
posti due problemi estremamente
attuali:
quello dell' esteticità dei messaggi
e della
comunicazione, e quello della
artisticità
come deciso atteggiamento da
parte dell'
artista nei confronti dell' insignificanza
dell' estetica tradizionale,
al fine di "
significare " l' epoca contemporanea
a noi, ed esprimere le valenze
reali e vitali.
Mi interessano gli artisti che
creano il
tempo psicologico della riflessione,
che
è tempo estorto alla banalità
dei messaggi
veicolati nel caos dei mezzi
di diffusione
di massa.
Mi piacerebbe che l' operazione
di recupero
( la riflessione, appunto ) venisse
fatta
dagli artisti creando un fenomeno
di ridondanza
e di reiterazione che interrompa
il flusso
delle immagini che inseguono
nel consumo
ddel tempo reale.
La rottura dello spazio temporale
di fruizione
rapida, potrebbe essere ottenuta
non a scapito
della comprensione ma a scapito
della obliterazione
rapida del proprio essere primitivo
che risulta
a volte piuttosto esoterica e
criotica. Il
mio tempo sincronico impedisce
il vorticare
turbinoso delle immagini ed il
suo correre
verso la morte ; la mia è un'
operazione
estremamente reale, appunto perchè
operazione
mentale e recupero intelletuale
di materiale
che è già " scaduto "
perchè incalzato
da altro ancora più ansioso di
andare verso
la morte.
PINO BORESTA
In conclusione sono comunque d' accordo con
la citazione di D.R.Hofstadter che dice:
" Indubiamente al centro dell' intelligenza
ci sono regole che cambiano sè stesse, direttamente
o idirettamente."
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Pino Boresta " S.D.- Smorfie deteriorate",
Tavola 4
Roma 1996
Dimensioni A4 (20 x 30)
Fotocopie su cartoncino plastificato |
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Pino Boresta "P.V.A.- Progetto unghie
arte" 1996 |
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Pino Boresta "Sposi con optional"
Roma 1996
Foto plotter cm 70 x 100 |
L'intervento fotografico che appare con la
scritta "Sposi con Optional" non
vuole essere il solito nudo (mirato a far
scalpore e propaganda) né tantomeno uno dei
tanti interventi esibizionistici che spesso
si adottano nel settore dell'arte contemporanea
spacciandosi magari per performance, event,
o chi sa che altro.
Men che meno vuol essere un nudo
di protesta
o denuncia (vedi alla voce parlamentari
radicali
o riformisti pro-referendum).
L'artista e la sua compagna vogliono,
in
questo modo, annunciare l'avvenuta
nascita
della loro figlia Soele alla
quale hanno
dedicato il seguente lavoro fotografico.
Una dedica per altro già compiuta
anche sulle
partecipazioni di Nozze, dove
sul frontespizio
capeggiava l'inconsueta scritta
"Sposi
con Optional", rivelando
a tutti quello
che in genere, in certe situazioni,
si è
sempre nascosto e si tende a
nascondere tutt'ora,
e cioè la felice attesa di una
figlia. (Pino
Boresta)
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Pino Boresta "Ultimo degli sciuscià",
1996 |
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Pino Boresta "D.U.R.- Documento urbano
rettificato n° 21",
Roma 1997
Dimensioni A4 (cm. 21 x 30) volantino |
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