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TIMOTHY G.SANDERS "I REPLICANTI"
ed 4 anno 1996
fotografia tradizionale cm. 65
x 65 |
Timothy Greenfield-Sanders (1952 Miami Beach, Florida-vive e lavora
a New
York) è noto per aver ritratto
personalità
del mondo dell'arte, della moda,
dello spettacolo, dello sport
e della politica.
Nonostante molti dei suoi soggetti
siano
personaggi famosi, la sua
attenzione è rivolta più al talento
individuale
che alla celebrità in quanto
tale.
L' intero corpo d'opera di Greenfield-Sanders
nasce con l'intento di dare
vita a una sorta di Encyclopédie
della Contemporaneità.
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ANDRES SERRANO "SEMEN AND BLOOD 1"
ed 10 anno 1990
CIBACHROME cm. 85X115 |
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ANDRES SERRANO "LESA LEWIS"
ed 10 anno 1998
CIBACHROME cm. 95x115 |
ANDRES SERRANO
La fotografia è un intenzionale
riduzione
della tridimensionalità del reale
nella bidimensione
del fotogramma .
Serrano introduce nell'ambito dell'immagine fotografica
una torsione tipica che appartiene
alla storia
della pittura, adoperando gli
strumenti del
linguaggio fotografico.
Non lascia scattare il dito sulla
macchina
precipitosamente, bensì promuove
una serie
di relazioni e di rispecchiamenti,
per cui
arriva all'immagine mediante
un rallentamento
mentale e l'assunzione di una
posizione di
lateralità rispetto al proprio
mezzo.
La foto non è casuale e istantanea,
non è
il risultato di un raddoppiamento
elementare
, ma di una messa in posa che
complica e
rende ambigua la realtà da cui
parte.
Serrano trasporta la complessità
della vita
nel labirinto dell'arte, il passato
e presente,
la vita e la morte, il precetto
e la violenza,
il sacro e il profano .
Serrano ha riportato, nell'immagine
fotografica
la temporalità che governa l'arte.
Nella fotografia di questo autore,
l'ottica
non è mai psicologica, l'artista
fonde iconografie
appartenenti alla storia dell'arte
con la
cronaca del nostro quotidiano
(tematiche
sociali come l'aids e le malattie
trasmesse
attraverso il sangue, in generale).
La sua notorietà è legata ad
un episodio
ben preciso: il 18 Maggio 1989,
il senatore
Alphonse D'Amato stracciava nell'aula
del
Senato statunitense un'immagine
di Piss Christ (un crocifisso immerso nell'urina).
Superfluo dire, che questo gesto,
consacrava
Serrano ad artista maledetto.
Attraverso i suoi lavori, Andres
Serrano
ha indagato i diversi aspetti
della spiritualità
contemporanea, sempre in modo
estremamente
provocatorio; gli argomenti affrontati
sollevano
questioni primarie della natura
umana: sesso,
religione, razzismo. Ricorrente
la posizione
critica, assunta nei confronti
delle istituzioni
repressive.
Nell'opera intitolata Fluids (fig. 22) compaiono tre foto: un primo piano
di un contenitore colmo di sangue
di bue,
un altro pieno di piscio e un
terzo di latte.
Nelle mie intenzioni erano delle
monocromie,
le avevo pensate come una dimensione
pittorica
che utilizzava dei liquidi monocromatici
.
L'opera Fluids era, quindi, un
tentativo
di utilizzare i fluidi corporei
come colore.
Considera sangue ed urina come
fluidi colorati
privi di memoria, dunque non
esita a mischiarli
per ottenere fotograficamente
l'effetto voluto.
.
Considero anti-fotografiche queste immagini,
i rapporti spaziali e la prospettiva
sono
totalmente ignorati", afferma Serrano .
Serrano chiama la sua un'anti-fotografia, non cerca un'idea di bellezza a tutti i
costi, anzi eleva ad arte anche
immagini
decisamente volgari (una donna
che masturba
un cavallo, una nana che ha che
fare con
un pene più grosso di lei, una
donna che
sodomizza il suo partner con
un fallo-protesi
di plastica).
Le opere sono costituite da ritratti
e i
soggetti guardano in modo diretto
nella macchina
fotografica con un atteggiamento
realistico,
apparentemente in contrasto con
i loro atti.
"Sono più interessato a catturare le
immagini già presenti nella mia
mente, piuttosto
che fotografare la realtà" .
Del 1998 è la serie Bodybuilders , con la quale Serrano indaga nel mondo
delle donne che si dedicano professionalmente
al body-building. Del 2001 è
la serie The Interpretation of Dreams, nella quale il controverso artista si addentra
nel mondo dell'inconscio, rappresentando
galleria di sogni, incubi, fantasie.
Serrano è uno dei fotografi più
discussi
e discutibili dell'ultimo decennio.
Quando
si parla di lui la critica spesso
si divide
in chi ne esalta le doti anticonformiste
e trasgressive e in chi denota
in queste
solamente un atteggiamento a
sfondo pubblicitario
.
Resta innegabile, al di là di
tutto, la grande
qualità fotografica, fatta di
luci artificiali
ben dosate con quella ambiente,
e di colori
caldi e avvolgenti.
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ROBERT GLIGOROV "ENDO"
ed. 2/9 anno 2000
fotografia digitale cm. 92x112 |
ROBERT GLIGOROV
l'estro mi spinge a narrare di
forme mutate
in corpi nuovi. o dèi-anche queste
trasformazioni
furono pure opera vostra.
seguite per favore la mia impresa
e fate
che il mio canto si snodi ininterrotto
dalla
prima origine del mondo fino
ai miei tempi.
Ovidio, Metamorfosi, libro I.
Nei lavori fotografici, nei dipinti
e nei
filmati dell'artista macedone,
il corpo è
l'unico e costante protagonista,
sfidato
nella sua resistenza psicofisica,
nei suoi
limiti e nella sua identità.
Un corpo in divenire. Molteplice, proteiforme,
che si trasforma e si scompone
per ricomporre
una nuova soggettività.
Un corpo rapito dalle possibilità
metamorfiche
della materie, delle sue possibili
manipolazioni,
un corpo che sconfina nell'artificiale,
che
estremizza la carnalità, un corpo
fatto di
paure e fantasie che si realizzano.
L'ossessione del corpo mutante,
ci porta
inevitabilmente al confronto
con la sua più
terribile e naturale trasformazione:
la corruzione
operata dalla morte.
Waiting, due fotografie scattate ad un mese di distanza
ad una giacca di carne bovina,
indossata
da Gligorov, è una riflessione
provocatoria
su questo tema.
Waiting mostra la morte al lavoro, ce la rivela
nel suo inquietante processo
fisico; la giacca
è spaventosamente concreta, così
grassa e
viscida, che sembra quasi di
indossarla,
è sanguinante e disgustosa, la
sguardo ne
è catturato e mosso al tempo
stesso, da contrastanti
sentimenti di attrazione e repulsione.
Siamo in presenza della sconfitta,
della
fragilità e della vanitas della
nostra carne.
Abbiamo poi Orange Face e degli altri morphing, realizzati fondendo
la propria immagine con elementi
del mondo
vegetale e minerale, vere e proprie
mutazioni
genetiche, dove non è più possibile
rintracciare
il confine tra umano e non umano,
organico
e non organico.
Oltre l'organico e l'inorganico,
il maschile
e il femminile, oltre qualsiasi
schema omologante,
il corpo ammaliato da se stesso,
il corpo
"di Gligorov", si apre
a tutte
le sue potenzialità mutanti,
deviando dal
reale e sprofondando nella visionarietà
.
In Blue Boy , l'artista impugna un grosso pennarello
blu e, come seguendo un rituale,
comincia
a ricoprire il proprio corpo
di segni, le
mani, le braccia, il petto, la
faccia.
I segni si infittiscono fino
a diventare
tatuaggio.
Il tatuaggio è un passaggio,
un percorso
che, la maggior parte dei performer,
o degli
artisti della body art, hanno
esperito: Jane
Wilson, Ron Athey, Hans Rudy
Giger, Manuel
Vason, Jenny Holzer, e tanti
altri.
Quando la pelle è tatuata, viene
incisa,
aperta e perforata da segni volontari
che
creano zone permanentemente autonome,
diventa
luogo di una moltiplicazione
di aperture
al mondo e di ulteriori incarnazioni
del
desiderio dell'altro.
Tatuaggi, scarificazione, implants,
body
piercing, definite anche pratiche
di decorazione
permanente, sono pratiche carnali
che marcano
in modo indelebile la corporeità,
definite
anche, più recentemente, fleshworks
(opere
della carne).
Il tatuaggio prende il suo nome
dal batter
ripetitivo, è una parola onomatopeica
di
origine taitiana (ta tau).
Il tatuaggio è stato interpretato
in maniere
molto diverse fra loro. A volte
come segno
di distinzione, onore e appartenenza,
e altre
come marchio di infamia e disonore.
Possiede una qualità nomadica
e rizomatica,
da sempre presente sui corpi
migranti e in
transito: i corpi dei marinai
e dei marginali,
dei circensi, dei soldati, dei
teatranti,
dei viandanti e dei ribelli.
Il tatuaggio diventa così capace
di azionare
il divenire del soggetto.
Le pratiche di body marking possono
essere
considerate come una mappatura
del soggetto,
o meglio come una sua rimappatura
e un modo
di scrivere nuove storie Il corpo
marcato,
paradossalmente diventa un corpo
fluido
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MEGHAN BOODY "the treatment uncovered
signs of the young bride's condition"
ed 3 anno 1994
fotografia digitale cm. 115X95 |
MEGHAN BOODY
Nata nel 1964 a New York City
(USA).
Boody crea elaborazioni surreali
e storie
psicologiche che narrano della
metamorfosi
delle giovani ragazze nell’adolescenza.
Fotografa modelle e amiche che
si atteggiano
e posano come figure simboliche
per le sue
composizioni finali composte
con l’uso del
computer e della fotografia digitale.
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INEZ VANLAMSWERDE "MARKUS"
ed 7/10 anno 1996
foto digitale cm. 80X105 |
Inez van Lamsweerde, che da anni collabora con Vinoodh Matadin, suo compagno nella vita, è una delle fotografe
più radicali nel campo dell'arte contemporanea
e della moda. Le due sfere d'interesse s'intrecciano
in modo misterioso e continuo senza che vi
siano confusioni o sconfinamenti. Inez van Lamsweerde deve essere considerata una delle poche
artiste che mette la tecnologia digitale
(una delle prime a farne uso) al servizio
dei propri contenuti, abbandonandola nella
struttura dell'immagine. Per l'artista le
manipolazioni digitali sono più interventi
di antropologia visiva che alterazioni con
il morphing. Le sue fotografie assumono le
nuove frontiere dell'etica insieme alla violenza
dei media che propongono immagini stereotipate
dei concetti di maschile, femminile, sesso,
bellezza e innocenza. Questa sua riflessione
e questo suo lavoro sull'immagine del corpo,
sempre patinato e inquietante, le valse l'invito
nel 1995 da parte di Jean Clair alla Biennale
di Venezia dedicata a Alterità e identità.
Lo scorso novembre nel museo di Groningen
si è svolta una ampia retrospettiva dedicata
alle sue foto di moda. Nella mostra alla
Stazione Leopolda l'artista presenta 150
fotografie. Pitti Immagine discovery intende
così documentare l'attività dell'artista
con alcune importanti aperture sulle sue
straordinarie fotografie di moda (ha collaborato
con le riviste più importanti e collabora
continuativamente con V magazine) e sulle
sue campagne pubblicitarie (ricordiamo solo
le più recenti: Giorgio Armani cosmetics
e Balenciaga nel 2000, Gucci 2001).
La mostra, allestita da M/M di
Parigi, uno
dei gruppi di designer più interessanti
del
momento, appare ai visitatori
come un grande
set cinematografico popolato
dalla folla
di persone che animano le fotografie
dell'artista.
L'atmosfera è raffreddata da
una luce simile
a quella di un chiaro pomeriggio
d'autunno
a New York. Architettura, luce,
immagini
formano un insieme organico,
un luogo in
cui ogni cosa è possibile, dove
la tensione
alla trasformazione appare come
una delle
necessità della contemporaneità.
Inez van Lamsweerde è nata a
Amsterdam nel
1963. Ha frequentato la Vogue
Academy of
Fashion di Amsterdam (1983-1985),
il dipartimento
di fotografia della Rietveld
Academy of Art
di Amsterdam (1985-1990) ed è
stata artista
residente al PS1 Institute of
Contemporary
Art di New York (1992-1993).
Ha vinto il
Dutch Price for Photography (PANL)
nel 1992
e il Kodak European Price. I
suoi lavori
sono esposti nei principali musei
del mondo.
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