In TIZIANA VIOLA il corpo visto in tutta la sua fisicità diventa un tutt'uno con gli elementi esterni sovrapposti ai supporti: carte, stoffe che invitano a contemplare la matericità delle forme.
Sono opere dedicate all'ostentazione della bellezza imposta dalla società come immagine di copertina a discapito di altre donne che per vari motivi (anche di natura privata) vengono mutilate di alcune loro parti simbolo di femminilità.


Dal testo critico di Vinny Scorsone Lux Fecunda 2007 e Boundless 2011

"...poi, d'improvviso, mi sciolse le mani / e le mie braccia divennero ali, / quando mi chiese - Conosci l'estate? / io, per un giorno, per un momento, / corsi a vedere il colore del vento [...]
Voci di strada, rumori di gente, / mi rubarono al sogno per ridarmi al presente. / Sbiadì l'immagine, stinse il colore, / ma l'eco lontana di brevi parole / ripeteva d'un angelo la strana preghiera / dove forse era sogno ma sonno non era / - Lo chiameranno figlio di Dio - / Parole confuse nella mia mente, / svanite in un sogno, ma impresse nel ventre..."
Sono dei versi tratti dal brano "Il Sogno di Maria" appartenente all'Album di Fabrizio De Andrè intitolato "La buona Novella" del 1970.

Non so di preciso cosa mi abbia spinto ad associare le immagini di Tiziana Viola alle parole di uno dei brani più belli del grande cantautore genovese. Forse il perché è da ricercarsi in quella strana "luce" di cui sembrano impregnati sia molti quadri di questa giovane artista palermitana sia molte canzoni di De Andrè.
La luce che la pittrice infonde nei suoi dipinti non ha nulla di fisico, ma anzi è puro spirito. È una luce che genera e rigenera.
Portatrice di buone novelle, essa plasma i nostri destini e i nostri corpi dando vita a nuovi esseri, a nuovi talenti, a nuove cose.

Nei quadri dell'artista palermitana emerge una strana dicotomia tra ciò che è reale e ciò che non lo è; tra ciò che è vita quotidiana e ciò che è l'essenza della vita stessa. Forse Tiziana Viola riempie le sue tele di corde, carta, stracci, per non far volare troppo in alto i suoi soggetti. Ella àncora la loro essenza nella trama della tela bloccando ogni spinta ultraterrena e facendo modellare le forme da lei dipinte dallo spazio, dalla luce e dallo spirito che tutto pervade.
Sulle superfici dei suoi quadri, corpi di giovani amanti si legano in caldi amplessi. Due figure diventano una, nell'estasi dei sensi.
Il congiungimento carnale è visto come un "rituale" da compiersi per diventare una sola carne e un solo spirito…nelle opere di Tiziana Viola vi è la voglia di veicolare un messaggio, di raccontare la quotidianità della vita che può essere molto più complessa di una qualsiasi fiaba.
Isola delle Femmine, 30 luglio 2007

"…Nei dipinti di Tiziana i soggetti subiscono le pressioni del mondo esterno. Ogni emozione circostante modifica i loro aspetti, li plasma in un ribollir di carne e spirito. La materia fa vibrare le masse muscolari mentre i colori ne accentuano gli spasmi. Le mani sono artigli pronti ad afferrarsi alla vita per non lasciarla sfuggire via. La sua pennellata è tormentata, scava i corpi nudi alla ricerca di verità, di storie ancora da scoprire. Nessun inganno. L'artista si è spogliata, ha affrontato ogni sua paura. Il rapporto empatico con i soggetti ha prodotto opere velate di tristezza e lacrime privilegiando la componente spirituale. Immigrati, prostitute, sfollati, precari sfilano nelle sue opere come in una teoria di santi, accompagnati da figure del nostro tempo anche loro vittime e cantori di una società posta su di un labile confine.
Isola delle femmine, 2011

Vinny Scorsone

TIZIANA VIOLA MASSA
"Facebook: usare con cautela"
acrilico su tela, cm 100 x 70, 2014